SVINA FEST: ENOLOGI E VIGNAIOLI DI NICCHIA

A LUCCA, IN UNA DIMORA STORICA, DEGUSTAZIONI E SCAMBI DI OPINIONI IN COMPAGNIA DI ENOLOGI E PICCOLI INTERESSANTI PRODUTTORI

Metti una sera a cena, alle porte di Lucca, in campagna, in una pregevole e suggestiva dimora storica. Ma la cena, seppur buonissima e rigorosamente a buffet, è stata solo un contorno: i veri protagonisti sono stati loro, i vignaioli. E le loro bottiglie.

In un terso giovedì di novembre è andata in scena a Villa Buonvisi “SVINA FEST – Gran Cena delle Svine”. Nata da un’idea di alcuni giovani amici enologi e piccoli produttori di vino, l’evento è stato davvero insolito e divertente. Ma soprattutto un’occasione davvero unica: poter degustare tantissime bottiglie, lasciate liberamente sui banchi, commentandole con il produttore, ma anche con gli altri colleghi ed esperti.

Villa Buonvisi

Mi direte: perché occasione unica? Perché confrontarsi con chi il vino lo fa, lo vive ogni giorno, dalle interminabili giornate in vigna alle miriade di prove di cantina, non può far altro che arricchire, e far capire tante sfaccettature di un prodotto solo apparentemente semplice da giudicare: il vino.

E a chi scrive ha fatto piacere vedere l’entusiasmo negli occhi di questi vignaioli e vignaiole (evviva! tante quote rosa!).
Lo special guest dell’evento, diretto dal dinamico e preparato produttore Manuel Pulcini, è stato Matteo Circella, “Miglior Sommelier d’Italia 2021” per la Michelin, stasera però presente in veste di collaboratore dei vignaioli.

Uno splendido caminetto d’epoca con un fuoco scoppiettante, una chitarra con canzoni d’autore, tutti appassionatamente a parlare dei vari vini degustati. Allegramente, in una serata di novembre, che mi ha fatto scoprire bottiglie interessanti, ma soprattutto concepite e realizzate da persone interessanti. Abbiamo scelto 6 di loro, che adesso vi andiamo a raccontare.

GUARDA IL NOSTRO VIDEO!!!

i 6 VIGNAIOLI…

… CHE CI HANNO ILLUMINATO LA SERATA

VALENTINA MELANI

Azienda Agricola CIAN CIANIN

Minuscola produzione per Valentina Melani che, con la compagna Margherita Barberotti, ci ha fatto degustare il rarissimo (140 bottiglie) Cinqueterre Nastissetta, annata 2020. Il nome dell’azienda è Cian Cianin che, in dialetto di Riomaggiore, significa ‘pian pianino’. E pian pianino crescerà anche il numero delle loro bottiglie (450 nella 2021). Vino elegante e magro, di beva piacevole con i suoi appena 10 gradi e mezzo. Bosco, Albarola e Vermentino. Brave.

ANGELO BERTACCHINI

CANTINA GIGLI

Una vera scoperta il suo metodo classico brut. Nella vicina Borgo a Mozzano, dove suo nonno già faceva vino tanti anni fa, Bertacchini decide di impiantare un unico vitigno: la barsaglina. E non lo fa a caso. Enologo esperto, per 10 anni direttore di un’azienda del Chianti Classico, sceglie questo vitigno dopo numerosi assaggi di microvinificazioni a convegni organizzati dall’Università di Firenze. E ne resta folgorato. Abbiamo assaggiato la vendemmia 2017 (con un 15% di vini di riserva) e ne siamo rimasti colpiti. Meno elegante ma interessante anche il rosato che lui chiama “Metodo Interrotto”.

GIULIO ARMANI

Azienda Agricola DINAVOLO

Siamo nella Val Trebbia, nel piacentino e lo diciamo subito: i suoi vini sono tra quelli che più ci sono piaciuti. Davvero interessanti i suoi bianchi. Noi ne abbiamo degustati 3, tutti frutto di un assemblaggio tradizionale di questa zona: malvasia del candia, ortrugo (vitigno coltivato solo a Piacenza) e Marsanne (che qua chiamano champagnino). Saldo finale (circa un terzo) di uve locali e non.

GIORGIA GRANDE

Azienda Agricola  GIORGIA GRANDE

Siamo in provincia di La Spezia: vigne a Monterosso e a Sesta Godano per due vini di propria produzione, vigne a Riomaggiore per due vini (che assaggiamo) sempre suoi ma in collaborazione con due soci, per il progetto chiamato Mediterraneo. Un socio è Matteo Circella, stasera qua presente insieme a noi mentre sorseggiamo il davvero ottimo bianco Mediterraneo, albarola bosco e vermentino, solo acciaio e 3 giorni di macerazione sulle bucce. Molto interessante. Ci piace ancor di più il rosso Strazzabosco, circa 300 bottiglie di un croccante piacevole e allegro ciliegiolo.

LUCIA MORI E ROBERTO BENEDETTI

PODERE CASACCIA

I due signori, in quel di Scandicci nel Chianti dei Colli Fiorentini, producono molte tipologie di vini per un totale di 20.000 bottiglie. Qua stasera ci sono 4 rossi. Il Priscus un interessante sangiovese da cloni antichi. L’Ut Bibendum (canaiolo, puntello, malvasia nera, foglia tonda). Il Canaiolo in purezza. E il Vecchie Vigne (di 60 anni). Podere Casaccia è stata l’azienda che più ci ha colpito e, cari lettori, presto andremo a trovarli per recensire tutta la loro linea.

MANUEL PULCINI

Azienda Agricola MANUEL PULCINI

Di questo giovane vignaiolo-enologo romano vi abbiamo già parlato (bene) in nostri precedenti articoli. Da vigna abbandonate e sparse in lucchesia riesce a creare bottiglie davvero ben riuscite. Come la sua magnum del bianco Marroca 2017 (a prevalenza trebbiano) di stasera: fu la sua prima vendemmia. Risultato egregio. E rovistando sui banchi d’assaggio abbiamo avuto la fortuna di godere dell’anteprima del suo Barbicoa 2020, il syrah che metterà in commercio tra un anno: uno dei più bei bicchieri in assoluto di tutta la serata.

MATTEO CIRCELLA

Pluripremiato sommelier della Brinca di Ne, ha coinvolto l’amico vignaiolo Manuel Pulcini e progettato, assieme a lui, un nuovissimo vino rosso che si chiama Les Déjeuner des Gottars e che uscirà a breve. Uve e vinificazione di Pulcini, blend dell’uvaggio scelto, dopo diverse prove, proprio dal sommelier ligure.

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