SANTA CATERINA: LA PUREZZA DEI VINI DI UN FILOSOFO

ANDREA KIHLGREN, SOPRA SARZANA, CREA PICCOLE GEMME IN BOTTIGLIA DOPO SCRUPOLOSE E DIVERSIFICATE MACERAZIONI

 

Pacato, misurato, gentile. Lo incontro sul far della sera nei suoi vigneti sopra la città di Sarzana e sin dalle prime battute resto colpito dal suo linguaggio ricercato, forbito, che fa da impalcatura a ragionamenti e concetti profondi.

Andrea Kihlgren, laureato ed esperto in filosofia, ha origini genovesi e (dal lato paterno) svedesi. Verso la fine degli anni ’80, venne invitato dalla madre a curare i vigneti di famiglia su questa piccola collina in località Santa Caterina.

Sono passati tanti anni ma la passione di Kihlgren  è sempre la stessa, quella del giovanotto che si buttò nella viticoltura con tutte le proprie energie. Quella che invece è cambiata è la consapevolezza, enormemente accresciuta, ed un’incredibile sapienza enologica. I suoi sono vini naturali a tutti gli effetti: niente di artefatto né in vigna né in cantina, con una grande attenzione (davvero maniacale) per le macerazioni.

Passeggiamo con lui per le vigne di Santa Caterina, ascoltando il suo credo e le sue ‘filosofie’ enologiche con attenzione. Poi, quando il sole ci saluta, ci sediamo in giardino per un bicchiere della sua incredibile Albarola in purezza.

Effettueremo poi la degustazione dei suoi vini (ben 7) in un secondo momento. E a quel punto ci divertiremo davvero tanto perché scopriremo che l’Azienda Agricola Santa Caterina ha un suo stile, ed una bellissima storia da raccontare: quella del suo vignaiolo che, in modo semplice ma con grandissima preparazione, riesce a stupire, bottiglia per bottiglia, con vini non banali, profondi, eleganti.

SANTA CATERINA

I NOSTRI ASSAGGI

GIUNCÀRO 2018

Liguria di Levante Igt

Uva: Tocai (Friulano) 70%, Sauvignon blanc 30%

Macerazione: 48 ore

Tocai (pare che esista in Lunigiana da più di cento anni) in prevalenza. Di tutti i vini targati Andrea Kihlgren… questo è senza alcun dubbio il più ruffiano. Piace a tutti. Non per le opulenze, giammai!, semmai per la sua esilità unita a salinità. Pecca un filino in persistenza ma la pulizia di beva di questo ‘tocai’ (che come sapete da tempo dobbiamo chiamare ‘friulano’) è ammaliante. Questa è una bottiglia che finirà in pochi secondi sulla vostra tavola.

Punti 89

ETICHETTA BIANCA 2018

Liguria di Levante Igt

Uva: Vermentino

Abbiamo testato tre dei quattro vermentini aziendali, (il ‘vermentino etichetta verde’ non era presente alla nostra degustazione). E l’Etichetta Bianca, frutto di una particolare parcella della collina di Santa Caterina, è l’unico a non fare macerazione, dunque svolge la classica vinificazione in bianco. E, anche se con le macerazioni il nostro Kihlgren ci sa fare eccome, questa bottiglia, alla fin fine, è quella che più ci ha convinto per completezza e spessore: il sorso si propaga orizzontale in bocca, si espande in tutta la sua complessità. Solita salinità. E che persistenza! Grande vino.

Punti 91

POGGI ALTI 2018

Liguria di Levante Igt

Uva: Vermentino

Macerazione: 5/10 giorni

In questo caso abbiamo la vinificazione macerativa del vermentino. Una volta stappato il vino ci è sembrato spavaldo, con le scorze di agrumi a farla da padrone. Poi, con l’ossigenazione (lo abbiamo assaggiato anche dopo una e due ore dalla strappatura) il vino, pur sempre interessante, si è a poco a poco spogliato. In pratica si è verificato il fenomeno ‘inverso’ rispetto al fratello LM.

Punti 88

LM 2018

Liguria di Levante Igt

Uva: Vermentino

Macerazione: 9/10 mesi

Lunghe macerazioni, si va dai 9 ai 10 mesi. E questo vino ci ha letteralmente sbugiardato. Appena aperto era poco espressivo, un buon prodotto ma nulla di particolarmente originale. Dopo un’ora ha tirato fuori le sue acidità, dopo due le complesse armonie di fiori, vegetali, erbe di ogni tipo. In bocca è un vino di carattere, con tannini delicati ma presenti, in grado di accompagnare anche cibi importanti. Un vero gioco divertirci con l’evoluzione nel bicchiere.

Punti 90

POGGI AL BOSCO 2018

Liguria di Levante Igt

Uva: Albarola

Macerazione: 5/10 giorni

Quasi nessuno produce l’albarola in purezza. Il vitigno è da sempre stato utilizzato solo negli uvaggi. Esile e magra nel bicchiere, poco aromatica, l’albarola è sempre stata snobbata e sacrificata sull’altare del nobile cugino, il vermentino. Ecco arrivare il capolavoro di Kihlgren: conferire a questo vitigno dimenticato la sua importanza, intanto consegnandoci una coraggiosa versione in purezza, ma soprattutto giocando con sapienti macerazioni che esaltano e potenziano la sua lieve nota aromatica che si va a caricare di sentori inaspettati, richiamando frutti ed erbe. Altro che albarola vitigno di serie b! Il Poggi al Bosco diventa così un piccolo-grande miracolo enologico.

Punti 90

GHIARÉTOLO 2017

Liguria di Levante Igt

Uva: Merlot

Macerazione: circa 1 mese

Anche qui fermentazione macerativa che varia di anno in anno in base alle caratteristiche dell’annata. Affinamento finale, di circa un anno, in vecchi tonneau. Il Ghiarétolo è un altro vino che ci ha profondamente affascinato, a partire da un naso seducente di frutti neri e rossi (non troppo maturi).

In bocca entra morbido ma termina con un velo di asprezza che se da un lato non lo fa distendere nell’eleganza, dall’altro ti invita comunque al sorso successivo. Sarei curioso di riberlo tra due/tre anni per capire come evolve.

Punti 88

VIGNA CHIUSA 2017

Liguria di Levante Igt

Uva: Canaiolo (in prevalenza), Sangiovese e Ciliegiolo

Macerazione: circa 1 mese

Ad un naso multiforme, dal ribes alla frutta rossa, dalla polvere da sparo a piccoli slanci balsamici, non corrisponde purtroppo una bocca centrata. Si intuisce che è un vino di beva piacevole ma crediamo che la bottiglia abbia un piccolo problema: meglio così, almeno avrò la scusa e il pretesto per riassaggiarla, magari proprio tornando a trovare il vignaiolo.

Punti: non giudicabile

LE ETICHETTE

Chiara, la maggiore dei tre figli di Kihlgren, aveva appena 7 anni quando, in un pomeriggio trascorso nelle cantine col papà, si divertì con un semplice gessetto a disegnare su tutte le botti un uccellino che beve.

Il padre, divertito, le chiese di riportare sul foglio quel simpatico uccellino: nacquero in quel momento le etichette di Santa Caterina.

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LE MACERAZIONI

“La pressoché totalità dei vini bianchi al mondo si basa sulla “vinificazione in bianco” – ci dice Kihlgren – che sfrutta la tecnologia delle presse. Ma questa è secondo me una forzatura. Ad ogni annata è vero che avrò una continuità nel prodotto, ma è proprio questo che contesto.

A me piace fare vini in divenire. Non inseguo un modello da raggiungere e correggo, in vigna oppure in cantina magari cambiando i lieviti come fanno molti. Io lascio che il mio vino si esprima liberamente. L’unico mio intervento finale , su cui mi piace lavorare, è quello sui tempi delle varie macerazioni. Mi piace tantissimo, ad esempio, vedere come i miei differenti vermentini danno nel bicchiere risultati che cambiano in base alle diverse durate delle macerazioni.”

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