ANTONIO FRANCOLINO: LA FORTE DEI MARMI DA BERE VISTA AL DI LÀ DEL BANCONE

L’incontro con il titolare di Marguttiana e Freak per scoprire aneddoti e curiosità del suo percorso professionale nella scintillante Forte dei Marmi da bere

Antonio Francolino ha una storia da raccontare. Intanto perché da giovane ha giracchiato in lungo e largo per i locali di Forte dei Marmi da assiduo cliente, conoscendo tutti nel mondo degli american bar, discoteche e ristoranti. Ma soprattutto perché poi negli anni è passato dall’altra parte del banco, lavorando dapprima in un locale come semplice dipendente per poi diventarne il capace e vulcanico proprietario.

 

Molte le sue intuizioni che lo hanno visto precedere mode e tendenze di questa ridente cittadina che lui ha visto crescere e modificarsi negli anni.

 

Ma con l’intraprendente Francolino pronto ad offrire sempre un qualcosa di nuovo all’interno del suo ‘doppio locale’, il caffè  Marguttiana e l’american bar Freak proprio di fronte nella verdeggiante pineta.

Facciamo due chiacchiere con questo simpatico professionista dal linguaggio diretto e sincero.

Anche per scoprire cos’è cambiato negli ultimi 30 anni nel panorama fortemarmino del beverage e dell’accoglienza.

 

Nome

Antonio (Domenico) Francolino

Nato a

In Calabria, a Vibo Valentia il 5 settembre 1966. Devo dire però che all’età di 3 anni sono venuto con la famiglia ad abitare in Versilia

 Dove?

A Pozzi di Querceta.

E sentendo questo tuo bell’accento, anche se di adozione direi proprio che sei un Versiliese!

Certo, certo!

Parlaci di scuole e prime esperienze di lavoro

Ho interrotto piuttosto presto gli studi. Ero vivace, poi ho iniziato prestissimo a lavorare.

Che tipi di lavoro?

Ne ho fatti 1000. Non avevo ancora 18 anni e, con una mia amica maggiorenne e auto-munita, ho iniziato come rappresentante di gioielli. Poi il marmista, facevo l’ornatista da mio zio che aveva un laboratorio. Mi sono occupato di recupero crediti. Ma veramente tanti altri lavori ancora, lista lunghissima… ho fatto anche lo scaricatore di pesce al porto di Viareggio.

Invece il primo approccio con il mondo dell’accoglienza?

Dopo il militare, il portiere di notte, qui al Forte, all’hotel Kyrton di Ferdinando Stanzani, uno dei miei primi maestri che mi ha insegnato il rispetto per l’ordine e la pignoleria (positiva) sul lavoro.

E il primo contatto con il mondo dei drink?

Sempre al Kyrton. Fare il portiere, all’epoca, comportava anche occuparsi di altro all’interno della struttura, compreso anche il bancone del bar. E lì, siamo nel 1988, feci il mio primo mojito ad un facoltoso cliente tedesco appena rientrato da Cuba. In Versilia, in quegli anni, il mojito non si vedeva di certo sui banconi dei bar.

Altre esperienze che ti hanno avvicinato alla tua professione attuale?

Per due anni ho gestito con mio cugino un pub a Querceta, si chiamava Tiburon. Poi nel 1992 sono approdato qui, alla Marguttiana.

Com’era il locale a quell’epoca

Era un bar gelateria e si chiamava Casa del Gelato. Uno dei soci era il padre di un mio carissimo amico e venni a dare una mano per l’organizzazione e il servizio del bar. Accettai ma dissi loro che non sapevo quanto sarei rimasto… In realtà, facendo i conti, con la Pasqua di quest’anno sono 30 anni che sono qui!

In pianta stabile?

Assolutamente no. Sempre in movimento, ho portato avanti negli anni altri progetti e altri lavori. Alla Marguttiana sono stato dipendente fisso ma, in molti altri momenti, sono stato part-time proprio per dedicarmi anche ad altro.

Esempio?

Con un’azienda ho venduto illuminazione. Ho aperto una ditta di noleggio videogiochi. Con altri soci abbiamo creato una catena di lavanderie self-service a Madrid, e altro ancora. Ma, nonostante le mie molteplici attività, in realtà non ho mai abbandonato la Marguttiana, magari stagionalmente ma vi sono sempre rimasto legato per tutti questi anni.

Quando entri in pianta stabile nel locale?

Quando uno dei soci si era stufato. Prima entrai come dipendente. Poi riuscì a comprare il locale, locale che ho adeguato alle mie idee, ai miei gusti, con i miei vizi – dice ridendo – i miei difetti, i miei errori.

Un anno dopo il mio ingresso decisi di mettere il grande banco del bar fuori, all’esterno, nella pineta qui davanti: nacque così il Freak, il nostro cocktail bar all’aperto nella pineta.

Successivamente, alla metà degli anni ’90, decisi di dare spazio alla musica.

Tipo?

Tipo che il grande sassofonista jazz Fulvio Sisti veniva spesso a suonare al Freak, con varie jam session. Negli anni (ed anche oggi) abbiamo sempre proposto musica live di qualità. E siamo anche stati tra i primi ad avere avuto un dj con musica selezionata, all’epoca un fenomeno piuttosto nuovo in un bar.

Tipo?

Tipo che il grande sassofonista jazz Fulvio Sisti veniva spesso a suonare al Freak, con varie jam session. Negli anni (ed anche oggi) abbiamo sempre proposto musica live di qualità. E siamo anche stati tra i primi ad avere avuto un dj con musica selezionata, all’epoca un fenomeno piuttosto nuovo in un bar.

La clientela degli anni ’90 era differente da quella di oggi?

Un po’ più selezionata. Oggi, con i social, il nome di Forte dei Marmi gira sempre di più, così vengono qua diverse e variegate tipologie di pubblico.

I russi?

Sfato un mito: non si tratta di fenomeno piuttosto recente, un fenomeno nato pochi anni fa, in realtà i russi e le famiglie russe c’erano già prima degli anni ’50. I russi al Forte ci sono sempre stati.

Anni ’90: cosa si beveva in aperitivo

Cocktail Martini, senza dubbio il principe degli aperitivi. Ma al Forte andava molto anche un cocktail locale, inventato dall’amico e collega “Lupo” Andrea Biagiotti.

Illustracelo e dicci come si chiamava, siamo curiosi

Gin, Aperol e Crodino. Si chiamava Coppo perché il primo fan sfegatato di questo drink era il titolare del noto ristorante Coppo. E poi c’era, già nel 1993 qui da noi al Freak, il Moscow Mule, cocktail oggi molto in voga ma in quegli anni assai sconosciuto. Siamo stati tra i primi a proporlo, con l’immancabile cetriolo a rinfrescare e con un ginger beer fatto home made da noi perché all’epoca non si trovava.

Oggi qual è l’aperitivo che va per la maggiore

Ovviamente la fa da padrone l’Aperol Spriz, purtroppo… Ma anche champagne, vino, vari cocktail e l’immancabile Cocktail Martini, di cui ho l’onore di avere il bicchiere originale.

In che senso bicchiere originale

Che il bicchiere originale non viene più prodotto, ma sono riuscito a procurarmelo in buona quantità.

Chi lo realizzava

La Savio, una ditta di Firenze che però è chiusa da tempo. È un bicchiere particolare, con la caratteristica forma ma, in versione originale, un po’ più stondato. Sono affascinato dagli oggetti che non si fabbricano più. Un detto di un mio nonno diceva “I terreni vanno comprati perché non ne fanno più”. Ecco, io ho mutuato questo suo detto, non mi occupo di terreni ma sono affascinato da tutto quello che è fuori produzione…

Ad esempio?

Quasi tutto ciò che vedi qua nel mio locale è arredamento fatto di pezzi unici ed originali che mi vado a cercare sul web, nei miei viaggi o nei mercatini.

Ma torniamo alla Forte dei Marmi da bere e al gioco del parallelismo: che si beveva dopo cena ai primi anni del tuo locale e cosa si beve oggi

Agli inizi del Freak e della Marguttiana tanta Caipiroska alla fragola, nostra grande bandiera, con fragole fresche frullate. Oggi, oltre agli internazionali, i clienti grazie alla rete conoscono di tutto e ti chiedono di tutto… ti fanno diventare matto. Ma noi cerchiamo sempre di accontentarli.

Un cocktail andato forte la scorsa estate?

Il Porn Star Martini a base di frutto della passione e vodka alla vaniglia che accompagniamo con un chupito di champagne. Poi il Basil Smash, a base di gin e lime con un rametto di basilico. E il mojito che noi, da sempre, facciamo con la ricetta vera cubana, con il lime spremuto e non pestato, con hierba buena e non menta, con lo zucchero di canna rigorosamente bianco.

Dai una breve descrizione dei tuoi “2 locali in 1”

La Marguttiana oggi è caffetteria, american bar e piccolo bistrot con scelta di piatti freddi. Il Freak, che apre solo nella bella stagione trovandosi all’aperto, è anch’esso un american bar. Gli orari sono diversi. Qui in inverno facciamo orario classico da caffetteria (in estate però dilatiamo i tempi), mentre il Freak apre all’ora dell’aperitivo serale per arrivare alla tardissima notte.

Che estate ti aspetti

Veniamo da due estati bellissime che hanno visto di nuovo qua a Forte dei Marmi tanta gioventù che da anni mancava. Spero che questo prosegua. Non sono a favore di una movida in stile adriatico, movida che rispetto ma che non condivido. Però spero che Forte abbia sempre più giovani, locali e divertimento

LA CURIOSITÀ

Antonio Francolino si è fatto costruire su misura, e in perfetta scala, la scultura dell’artista statunitense Robert Indiana. Proprio come a New York nei pressi della Sixth Avenue, ma in dimensioni un pelo ridotte. Moltissimi, turisti e giovani di ogni tipo,  vengono proprio davanti a questa opera inneggiante all’amore per confezionare un perfetto selfie from Forte dei Marmi per farlo viaggiare sui molteplici social. Un ottimo modo per ‘reclamizzare’ nel mondo la bella cittadina rivierasca.

Caffè Marguttiana

Via Giovanni Pascoli 1

Forte dei Marmi

 

Freak Cafè

Via Giovanni Pascoli 1

Forte dei Marmi

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