ALLA MARTINATICA VINCONO SASSICAIA E ULYSSE COLLIN

DUE GRANDI BOTTIGLIE

PER UNA SERATA

DEDICATA A UN AMICO

CON LA CUCINA GENIALE DI CHEF D’AGOSTINO

Il ricordo e la celebrazione di un caro amico che non c’è più, a volte, possono  tradursi in una grande cena, soprattutto se bagnata e nobilitata dai vini che proprio a lui, finissimo sommelier, piacevano tantissimo.

Così abbiamo cercato e trovato queste sei bottiglie fantastiche e chiamato un grande chef,  Francesco D’Agostino della Martinatica di Pietrasanta, investendolo di una missione molto intrigante: abbinare un percorso nel piatto che affiancasse degnamente l’altrettanto intrigante percorso nel calice.

Ne è uscita una serata pirotecnica, esplosiva, con grandi bottiglie che abbiamo apprezzato e giudicato, con tanto di punteggi, espressi in centesimi, che trovate nella tabella di seguito.

I due vincitori assoluti, al cospetto comunque di altri 4 grandi fuoriclasse, sono stati l’incredibile champagne del grande Ulysse Collin e monsieur Sassicaia.

Ma anche la geniale e solida cucina della Martinatica ha vinto.

I DUE VINI VINCITORI DELLA SERATA

ULYSSE COLLIN

Lo champagne Les Maillons sprigiona nel calice una sferzante energia abbinata a complessità e tanta classe nell’utilizzo del legno, per un pinot noir di razza. Particolari e originali davvero gli champagne di questa maison che sorge nella Côte de Sézanne, zona che Collin ha valorizzato e nobilitato con i suoi champagne, nei pressi della più celebrata Côte des Blancs.

Olivier Collin, che oggi porta avanti in modo stupendo lo stile della maison, è un vigneron che ha avuto modo di apprendere i segreti dell’arte champenoise da un maestro assoluto come Anselme Selosse.

SASSICAIA

Abbiamo trovato questa versione di Sassicaia, annata 2006, davvero in linea con la grande storia di questo vino-icona toscano e italiano che anche i cuginastri  francesi ci invidiano.

Ritroviamo nel calice la complessità ma anche lo stile armonioso, con i soliti splendidi tannini, levigati e vellutati, che Tenuta San Guido ci sa regalare  soprattutto nelle grandi annate.

L’eleganza è incredibile. Bevuto adesso è uno spettacolo, ma sappiamo bene che questa bottiglia ha ancora anni davanti a sé. Per regalare altre emozioni che si evolveranno con l’ulteriore affinamento.

DEGUSTAZIONE E PUNTEGGI

I MAGNIFICI 6

CHAMPAGNE LE MONT BENOIT

EMMANUEL BROCHET

Le Mont Benoit è uno champagne Premier Cru prodotto dall’omonima parcella, da viti di oltre 50 anni di età.

Sans année, prodotto in circa 12.000 bottiglie, si tratta di un assemblage frutto della  vendemmia 2019 completata da un 20% di vini di riserva.

Uvaggio: 35% pinot meunier, 40 pinot noir, 25% chardonnay.

Champagne affinato in legno e con oltre 30 mesi sui lieviti, denota stile ed eleganza, con un naso composito di note floreali, mela verde, spezie, scorza di arancia, pasta di mandorle e fine mineralità.

Al palato è sapido, cremoso, di profonda freschezza. 

Emmanuel Brochet è un maestro della vinificazione in legno e ama dosaggi minimi.

CHAMPAGNE LES MAILLONS

ULYSSE COLLIN

Lo Champagne Les Maillons è un blanc de noirs intenso e strutturato, nato da viti cinquantenarie di Pinot Noir dalla sola parcella “Les Maillons” situata sulle coste del Sézannais.

In perfetto stile originale che accomuna tutti i prodotti della cantina Ulysse Collin, sin dai primi istanti colpisce per l’anima fruttata al naso, preludio di un sorso secco, fine e avvolgente.

Splendido aver apprezzato questa bottiglia in un vecchio Dégorgement del febbraio 2017.

Les Maillons è un extra brut intenso e strutturato, con importanti sensazioni di frutta rossa, menta, pasticceria burrosa e spezie dolci che introducono a un gusto asciutto, carnoso e vinoso, secco e potente, di elegante complessità. Questo champagne è per i ‘curiosi dello champagne’ che desiderano uscire dagli schemi per sperimentare qualcosa di nuovo.

Struttura e purezza abbinate a complessità e gran classe. Davvero un grande champagne.

CHAMPAGNE BLANC DES MILLÉNAIRES 2004

CHARLES HEIDSIECK

Il Blanc de Blancs Brut Blanc des Millenaires di Charles Heidsieck, maison che da secoli rappresenta la tradizione e l’eccellenza dei grandi Champagne di Reims, è una storica cuvée della Côte des Blancs, frutto di un lunghissimo affinamento sui lieviti per almeno 10 anni.

Nel 1993 per la prima volta viene presentato il primo Blanc des Millénaires frutto dell’annata 1983. Cuvée eccezionale, questo champagne è stato creato solo in rarissime occasioni, nel 1985, 1990 e 1995.

Questo 2004 celebra il nobile Chardonnay di 5 dei principali Cru della Côte des Blancs: Oger, Mesnil-sur-Oger, Avize, Cramant e Vertus.

Al naso aromi eleganti e maturi di frutta secca, scorza di agrumi, fragranze floreali, ananas, pesca, albicocca, fichi e datteri, brioche, sfumature speziate e burrose, freschezze di eucalipto ed erbe officinali.

Al palato rivela un corpo profondo e raffinato, scorza d’agrumi, frutta a polpa gialla, mandorla tostata, nocciola, morbidezze di piccola pasticceria, con una piacevole tensione e un sorso setoso, pieno e molto persistente.

VOSNE-ROMANÉE AUX MALCONSORT 2011

DOMAINE DUJAC

La tenuta del Domaine Dujac si estende su circa 15 ettari sui migliori terroir della Côte de Nuits e in particolare a Morey-Saint-Denis. I vini di questa azienda hanno un ottimo potenziale di invecchiamento e sono caratterizzati da una grande complessità e delicatezza.

Il Vosne-Romanée Premier Cru del Domaine Dujac è prodotto con le uve di Aux Malconsorts, uno dei climat più rinomati della denominazione.

Il bouquet è espressivo, complesso e fresco, e sprigiona aromi di frutti rossi e neri, spezie orientali, sottobosco, violetta e note balsamiche, mentre al palato il vino si rivela delicato e gradevole e presenta un bel frutto, che rimane discreto, e una trama tannica setosa, per un insieme perfettamente equilibrato.

Il finale, di grande persistenza, è incredibilmente puro ed elegante.

SASSICAIA 2006

TENUTA SAN GUIDO

Cabernet Sauvignon 85%, Cabernet Franc 15%. Gli impianti di produzione si trovano ad un’altitudine media compresa fra gli 80 e i 400 metri s.l.m., con esposizione a Ovest/ Sud-Ovest.

Vinificazione in acciaio a temperatura controllata intorno ai 30°-31°. Circa due settimane di macerazione sulle bucce, con vari rimontaggi e délestages. Malolattica in acciaio.

Il vino viene passato in barriques di rovere francese per 24 mesi. Prima di essere commercializzato il vino viene ulteriormente affinato per 6 mesi in vetro.

Alla vista, il vino si presenta color rosso rubino intenso. Al naso si esprime su sentori di frutti rossi maturi, frutti di bosco, erbe aromatiche, note mentolate e mandorle tostate. Al palato, il sorso è austero, ricco, con tannini levigati e grande eleganza. Progredisce su note di frutta secca, con finale profondo e lungo su note di ribes.

Applausi.

SORÌ SAN LORENZO 2006

GAJA

La cantina Gaja nasce nel 1859 a Barbaresco, nel cuore delle Langhe, ed è uno dei nomi-simbolo del Piemonte e dell’Italia del vino.

Dal fondatore Giovanni sino ad Angelo Gaja, questa famiglia ha saputo imporsi nel panorama vinicolo mondiale, e non a caso Gaja è soprannominato in Francia “le Roi du Barbaresco”.

Il Sorì San Lorenzo è solitamente il più austero dei 5 vigneti singoli di Gaja, ed è  quello che più tardi arriva a completa maturazione in bottiglia.

Questo 2006 mostra un fruttato concentratissimo di ribes nero e amarena, completati da note minerali, erbe fini e spezie.

Caldo e avvolgente, ha la nitidezza del tannino del Nebbiolo e un’acidità da manuale che ne arricchisce l’equilibrio.

Questo vino raggiunge l’apice entro i primi 20 anni, ma è in grado di conservare i suoi caratteri ancora per moltissimo tempo dopo. 

Nobiltà.

GLI SCOPPIETTANTI PIATTI

DI CHEF D’AGOSTINO

La Martinatica, questo splendido ristorante immerso nella campagna pietrasantina all’interno di un ex-frantoio, è uno dei locali più in voga della Versilia, oramai da diversi anni.

Sempre sold-out, questo rustico ed elegante ristorante è meta di uno stuolo ricchissimo di clienti affezionati che sanno bene come una cena, alla Martinatica, non sia “solo una cena”, ma una vera esperienza sensoriale grazie alla cucina sempre in movimento del geniale chef e titolare Francesco D’Agostino.

L’accoglienza, davvero cordiale e professionale, fa il resto.

Il menu di questa cena è stato a dir poco entusiasmante, con continui colpi di scena.

A partire dalla imperdibile serie di micro-assaggi del Degustazione di crudo, vero piatto-signature del locale.

Ma tutte le numerose portate, originali e al tempo stesso di grande sostanza, sono state sorprendenti. E perfette.

Anche grazie agli ingredienti che D’Agostino ricerca con grande passione, come, ad esempio, lo spiazzante aceto di vino da Trebbiano usato per una preparazione e fattoci degustare in purezza, un po’ per gioco e un po’ per soddisfare la nostra curiosità.

Al termine della serata, salutando lo chef e l’affiatato staff della Martinatica, tutti e 4 noi commensali abbiamo prenotato una cena, ciascuno con i propri cari, nelle settimane a seguire.

Ecco, forse questo episodio più di tante altre dissertazioni, rende l’idea di come si stia bene in questo ristorante, che sta facendo impazzire di piacere la Versilia e i suoi visitatori gourmet.

IL GRAN MENU DELLA MARTINATICA

firmato chef Francesco D’Agostino

OMAGGIO A PIERANGELINI

TARTARE DI GAMBERO BIONDO, CREMOSO DI CECI, CIALDA DI CROSTACEI E BLU DI BUFALA

 

DEGUSTAZIONE DI CRUDO

MAZZANCOLLA, SPUMA DI PROVOLA AFFUMICATA, LIMONE CANDITO E FOGLIA D’OSTRICA

 

SCAMPO ALLA MILANESE

SCAMPO, CREMA DI RISOTTO ALLA MILANESE, OSSOBUCO E GREMOLADA

 

REINTERPRETAZIONE DI UN BRANZINO ALLA VERNACCIA

 

UN TUFFO IN ALSAZIA

PAN BRIOCHE, SCALOPPA DI FEGATO D’OCA, FONDO ALLA MAGGIORANA E RIESLING

 

BOTTONE DI PATATA AFFUMICATA, BURRO ACIDO AL TARTUFO E TARTUFO BIANCO

 

CONTROFILETTO DI AGNELLO, FUNGHI SHIITAKE, AIRBAG DI PATATA E BEURRE BLANC DI AGNELLO

 

PORCINO, PORCINO, PORCINO

CREMA DI PORCINO, PORCINO SCOTTATO, INSALATA DI PORCINO E FONDUTA DI SCOPPOLATO DI PEDONA

 

LUMACONI DI GRAGNANO AL COLOMBACCIO

 

FILETTO WELLINGTON ALLA MARTINATICA

 

BRASATO

 

PICCOLA PASTICCERIA

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