ROSSI E CHAMPAGNE, ALLA CIECA, TRA AMICI

AI PAGLIAI DI QUERCETA, GRANDI PIATTI DI TERRA PER VINI INTERESSANTI, TRA SORPRESE E CELEBRITÀ. ED UN IMMENSO TAURASI…

Metti una sera a cena un gruppo di amici, esperti appassionati e operatori del settore vino, che non si vedono da tempo e che, in modo goliardico, decidono di portare, ciascuno di essi, una bottiglia dalla propria cantina… bottiglia appositamente stagnolata per un blind-tasting.

 

Il tema è rigorosamente in “rosso”, con un po’ di champagne per ben cominciare.

 

Ci sarà chi porterà annate vecchie, chi vini-provocazione, chi grandi classici: alla fine ne risulterà un avvincente e stimolante mix Italia-Francia.

 

La scelta del ristorante? Siamo andati sul sicuro, su chi sa lavorare i menu di terra con grandi materie e quella ricercatezza di sapori che lo rendono un indirizzo ‘must’ in Versilia: l’Osteria A’ Pagliai di Querceta.

A TAVOLA!

 

Il titolare e maître Antonio Pieri alla regia, spalleggiato dell’inseparabile socio-amico Tommaso Salvatori, ha pensato ad un lussurioso percorso all’altezza della line-up dei nostri vini, riservando tutto il locale (chiuso per turno) solo per noi! Che bellezza!

 

Battuta di manzo, cipolla caramellata e tartufo

Questa la sua piccola-grande brigata per l’occasione (che merita un applauso): Tommaso Tarabella (chef), David Lenzoni (chef), Farzan Navas (aiuto chef).

Carciofi, foie gras, tartufo e melograno

Brace accesa, piatti squisiti, alcuni dei quali davvero immensi. I teneri carciofi mammole sono stati incoronati  come piatto della serata. Ma che dire allora della gran parata dei secondi? Lo splendido segreto iberico, piccione old style dal forno a legna, agnello, manzo… una vera goduria. Come tutto il resto. Alla fine, il protagonista non è stato solo il vino, ma anche una cucina che sa emozionare.

Segreto di maialino iberico e porcini

IL GODURIOSO MENU DEI PAGLIAI

 

– Prosciutto Il Penitente e panzanelle calde

– Battuta di manzo, cipolla caramellata e tartufo

– Carciofi, foie gras, tartufo e melograno

– Zuppetta di cipolla alla maniera toscana

– Tordelli quercetani dei Pagliai

– Segreto di maialino iberico e porcini

– Piccione al timo

– Agnello scottadito

– Filetto di manzo con erborinato e tartufo

– Bomboloncini, crema e cioccolato

Bomboloncini, crema e cioccolato

NOTE DI DEGUSTAZIONE

di

LEONARDO ALBERTINI

Eno-appassionato, autodidatta e sempre a caccia di realtà vinicole locali.

Laureato in Ingegneria Edile-Architettura, grazie anche al supporto della facoltà di Enologia ha elaborato strategie di ventilazione naturale per gli ambienti di stoccaggio e affinamento di alcune cantine vinicole toscane, con cui ha avviato un rapporto di collaborazione al fine dell’ottimizzazione energetica.

Da qualche anno anche piccolissimo e appasionato garagista.

BATTERIA CHAMPAGNE

  • Blanc de Craie, Henri Giraud

Chardonnay atipico in quanto prodotto in zone di produzione tipiche di vitigni a bacca nera. Alla cieca, almeno inizialmente, questo porta fuori strada. A completare ecco la fermentazione in legno e affinamento in  cemento. L’ossigenazione fa emergere una grande matrice minerale e un dosaggio che deve ancora integrarsi con le altre componenti.

ENIGMATICO 93,5/100

 

  • Grande Cuvée, Krug

Naso profondo e sfaccettato, perfetto equilibrio tra boulangerie e patisserie. In bocca entra pieno con grande forza per poi snellirsi, abbastanza velocemente; buona scia sapida finale tipica della maison.

PADRONALE   96/100

 

  • Blanc de Blancs grand cru, Bouquin-Dupont, 2010

Bouquet floreale e agrumato, arricchito da gesso e frutta secca che presagiscono la grande struttura di questo champagne. L’attacco in bocca è sussurrato per poi distendersi e allargarsi mostrando la grande potenzialità di questo champagne ancora non compiuto.

CALEIDOSCOPICO   95,5/100

 

  • Blanc de Noirs grand cru, Egly-Ouriet

Nel calice si presenta con leggeri riflessi aranciati confermando la sboccatura di novembre 2008. Al naso emerge su tutti l’arancia candita e la mandorla tostata, per evolversi in bocca con note di liquirizia e albicocca disidratata. La permanenza nel calice conferma una netta nota metallica tipica di Ambonnay.

CHIAROSCURALE   94/100

BATTERIA ROSSI

 

  • Il Bruciato, Guado al Tasso, 2002

Bottiglia di apertura della batteria dei rossi che convince per la sua nitidezza e riconoscibilità dei vitigni. Nonostante una media persistenza si ritrova un’ottima integrità di frutto, una trama tannica snella e una spalla acida ben presente a confermare il profilo climatico della vendemmia di appartenenza.

92/100   PROVOCATORIO

 

  • Cabreo Il Borgo, Tenimenti Ruffino, 1990

Blend di sangiovese e cabernet sauvignon, al naso emergono nuance di sottobosco e fungo secco arricchite da una grande balsamicità e note ematiche. Buona corrispondenza naso-bocca in cui però la mancanza di grip acido fa perdere scorrevolezza alla beva di un vino compiuto.

89,5/100   CHIAROSCURALE

 

  • Taurasi riserva “Castelfranci”, Mastroberardino, 1968

Prima vendemmia di vinificazione parcellare per l’azienda. Alla vista si mostra di un rosso granato ancora vivo, l’olfatto è cesellato in ogni sua componente: marasca matura, rosa, cipria, cenere e grafite, in bocca il tannino è dolce e levigato, la chiusura salina trascina la beva in una persistenza infinita a conferma di un vino senza tempo.

98/100   MONUMENTALE

 

  • Saint-Joseph “Hedonism”, Lionel Faury, 2019

Syrah in purezza di un piccolo vigneron emergente di Saint-Joseph. All’olfatto si riconoscono distintamente frutti rossi scuri, incenso e caramella dolce ben intervallati da una speziatura mai invasiva. La bocca è sorretta da un’importante acidità e un tannino mediamente astringente. L’insieme delle componenti è in equilibrio.

93/100   DIDASCALICO

 

  • Tenuta di Valgiano – Colline Lucchesi, Tenuta di Valgiano, 2012

Inizialmente al naso si avverte una leggera nota animale coprente che svanisce dopo pochi minuti di ossigenazione nel calice. Vino che entra in bocca in punta di piedi e si dipana lentamente a confermare la grande eleganza e intensità di frutto che rendono giustizia ad una delle etichette simbolo della denominazione di appartenenza.

94,5/100   IDENTITARIO

 

  • Reserve de la Comtesse, Domaine de Chateau Pichon Longueville Comtesse de Lalande, 2009

“Secondo vino” di una delle aziende di riferimento di Pauillac. Inizialmente si mostra austero e contratto ma con il passare del tempo si apre all’olfatto su note vegetali, foglia di pomodoro, catrame e frutto rosso scuro. In bocca una buona speziatura e un’alcolicità ben integrata rendono la bottiglia già adesso molto interessante.

94/100   INTROSPETTIVO

 

  • Brunello di Montalcino “Santa Maria”, Colleoni, 2008

L’olfatto è molto intenso e sfaccettato, e tra le numerose sensazioni emergono in particolare rosa appassita e infusione di erbe officinali. La dinamica in bocca è esemplare: dopo un attacco largo e denso si restringe lentamente come a voler descrivere una forma geometrica piramidale. Un gigante del patrimonio enologico toscano.

97,5/100   ICONICO

“il focus”

di

Alessio Giannecchini

Ristoratore, ma soprattutto grande conoscitore e collezionista di vini pregiati

IL TAURASI CASTELFRANCI

MASTROBERARDINO 1968

 

 

Vino di un colore e di una integrità disarmanti, prodotto in un’ annata eccezionale che il savoir fair di Mastroberardino ha capito immediatamente decidendo per la prima volta di declinare la riserva nei 4 sotto cru che la compongono.

Quello che spicca oltre alla nota mediterranea che ritroviamo sia al naso che in bocca è la completezza del vino che gioca su un ritmo incalzante dove le varie componenti, dal frutto, alla sapidità e alla acidità sono completamente e perfettamente fuse fra loro.

Un vino antico ma terribilmente moderno che mette a nudo i difetti di tanti vini contemporanei e che pone in netto risalto il sentimento di chi i vini li creava si con la tecnica ma soprattutto con l’amore per ciò che stava facendo.

Un dono.

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