I VINI EROICI DI MARCO VERONA

Una giornata tra i vigneti eroici delle ripide colline apuane alla scoperta dei vini naturali di Marco Verona

 

Conoscete Riccardo Santini più noto come Riccà del Vignaccio? L’oste più estroverso e vulcanico della Versilia non si accontenta di accogliere all’osteria di Santa Lucia lo stuolo di clienti che lo seguono da decenni, semmai si diverte ancor di più a selezionare verdure, carni, formaggi, e chicche gastronomiche di ogni tipo dal suo territorio. Non ultimo i vini di quei micro-produttori, veri artigiani, che con coraggio e dedizione partoriscono piccole perle enologiche.

Riccardo Santini
Riccardo Santini
Il pranzo tra le vigne
Il pranzo tra le vigne

Così, in un scorbutico mattino di inizio giugno Riccà mi annuncia trionfante “oggi ti porto a pranzo nel Candia massese, a sentire i vini di Marco Verona!”. Ok, partiamo.

 

IL NOSTRO VIDEO

Oltre al fortunato che scrive, sono della spedizione anche Angelo Torcigliani, celebre chef e patron del Merlo di Lido di Camaiore nonché fine bevitore di grandi vini francesi, Gabriele Ghirlanda, mister Enolia e affinatore di caci pregiati come il celebre Scoppolato, e Stefano Portaluppi, grande talent-scout di vini e Champagne per la sua frequentata Enoteca Sergio a Viareggio.

Superata Massa ci si inerpica verso la collina per pochi tornanti. Parcheggio un po’ come viene su una curva di Via dell’Uva, scendo ed entro nel podere Verona: guardando i ripidissimi vigneti dal basso verso l’alto… mi sento un po’ come Reinhold Messner alla partenza di una scalata. Ma a quel punto arriva lui, provvidenziale, il piccolo vagoncino senza pilota e su monorotaia che ci porterà comodamente in alto. Per mia fortuna!, visto che ho valigette, macchine fotografiche e cavalletti.

LA SALITA TRA LE VIGNE EROICHE

La salita attraverso le vigne scoscese, con pendenze che raggiungono il 40%, sarà una sorta di viaggio in una terza dimensione. Silenzio, foglie di vite che sembrano accarezzarti mentre sali dolcemente, filari strettissimi e lasciati volutamente incolti per preservarne l’ecosistema. Mi verranno in mente i pazzi pionieri del vino di queste terre antiche che, in modo per certi versi illogico, decisero molti anni fa di piantare vigne in terreni così scoscesi. Bravi, coraggiosi. Applauso. Soprattutto a Marco Verona che ne prosegue il naturale percorso folle e visionario.

Siamo nelle ripide colline apuane del Candia, anche se va detto che Marco Verona non aderisce per sua scelta alla denominazione Candia. Il panorama è offuscato dalla giornata torva, ma è ugualmente suggestivo, con l’esteso formicaio di tetti delle case di Massa che lascia via via spazio alla fascia costiera che dalla Versilia arriva a La Spezia e, sullo sfondo del mare, i profili oggi poco definiti delle isole toscane e della Corsica.

 

Poi ci sono le vigne sottostanti, scoscese, geometriche (il nostro vignaiolo faceva l’architetto ma questo non c’entra nulla), incastonate magicamente in spazi angusti. Uno spettacolo quello della ‘viticoltura eroica’. Verona possiede un ettaro vitato che gli conferisce ogni anno dalle 5 alle 6 mila bottiglie.

MARCO

Marco Verona, anche se un po’ timido e apparentemente schivo, è persona alla mano, lo vedi subito quando inizi a scambiarci due battute e ti accoglie con semplicità come fossimo già amici da prima. Ed è bellissimo osservarlo quando, con malcelato trasporto emotivo, ci parla dei suoi vini: sembra un papà orgoglioso dei suoi figli, trasuda amore per loro.

Marco Verona
Marco Verona

IL PRANZO: COZZE, BRASATO E SCOPPOLATO

Marco ci ha preparato un buon menu: un grossissimo pentolone di muscoli (cozze) per il vino bianco ed un brasato per il rosso. Tutto sarà buonissimo, e soprattutto divertente nell’interazione cibo-vino, specialmente quando il brasato amoreggerà alla grande col Bacca Nera. Ma, a questo punto, un colpo di scena: Gabriele Ghirlanda ci farà assaggiare a tutti un “nuovo nato” nella sua linea casearia degli Scoppolato: lo Scoppolato alle foglie di noci. Prima presentazione ufficiale di questo cacio di pecora che, ancora una volta, come per il fratellone maggiore (lo Scoppolato di Pedona), ci farà mugolare di piacere. E di cui in futuro sentiremo senz’altro parlare (bene).

DUE CHICCHE GNAM GNAM

Se hai la fortuna di avere al tavolo ristoratori o scafati food-maker, anche un piatto grazie ai loro suggerimenti può subire estemporanee rivisitazioni che ti lasciano di stucco. Intanto provate a far comodamente galleggiare, lato per lato, una fetta di pane nell’acqua di cozze rimasta nel pentolone. Poi ponetevela nel piatto con generosa spruzzata di olio extravergine e altrettanto generosa macinata di pepe nero. Mugolio assicurato. Oppure prendete lo Scoppolato, sminuzzatelo col coltello fino a formarne micro briciole e mettetene una minuscola dose all’interno della cozza: il matrimonio cacio-mollusco produrrà un altro mugolio di piacere, credetemi.

I VINI NATURALI DI MARCO VERONA

I vini di Verona rientrano in quella grandissima famiglia, mai ben delimitata nei suoi confini interni, dei vini naturali. Vedi Marco, vedi le sue vigne e ritrovi tutto questo nel bicchiere. I suoi non sono vini facili da interpretare, e forse proprio per questo hanno la loro forza. Non inseguono l’eleganza, ma la franchezza. Non si nascondono in manierismi, vogliono solo essere se stessi, espressione vera del territorio. Qua il terreno si compone di sabbia e pietra arenaria, elementi che ritroverai nella mineralità spiccata dell’assaggio, assieme al calore del sole e alle peculiarità dei vitigni da vecchie vigne.

UVAGGI E VITIGNI

Nel bianco Sedì (il nome sta per ‘sei giorni’, quelli in cui il vino sta in contatto con le bucce): Vermentino, Malvasia di Candia, Albarola, Trebbiano toscano.

 

Nel rosso Bacca Nera: Sangiovese, Canaiolo, Massaretta, oltre a percentuali di Ciliegiolo, Grenaccia, Bonamico, Syrah, Merlot, Montepulciano e altri vitigni non individuati.

 

Verona produce poi (si parla di poche bottiglie) In Fermento, un rifermentato in bottiglia. E, solo in alcune annate, il bianco riserva Sedici e il rosso riserva Raramente

GLI ASSAGGI

SEDÌ 2019

Vino Bianco Toscana IGT
Marco Verona

Naso imponente: tanta frutta (albicocca in primis) ma anche rosmarino, mentuccia, agrumi. Bocca carnosa e fin troppo opulenta. Ma non scordiamoci che questo essere un po’ scorbutico deriva dal recentissimo imbottigliamento. La persistenza e la complessità del sorso fanno intuire un futuro migliore. Vino di prospettiva che davvero sarò curioso di riassaggiare dopo i mesi estivi.
Punti 86

 

SEDÌ 2018

Vino Bianco Toscana IGT
Marco Verona

Un anno di bottiglia e l’annata meno problematica ci donano un bicchiere maggiormente armonico, disteso. Elegante. Pulito. Un gran bel sorso che ci invita a ribere. Meno persistenze e complessità del 2019. Ma più rigore e freschezza.
Punti 88

 

SEDÌ 2017

Vino Bianco Toscana IGT
Marco Verona

Elogio della complessità per un vino di queste zone: naso resinoso, di datteri, di miele, con tanti agrumi e pepe a ripulire. Bocca sempre opulenta, polposa, con cenno di idrocarburi. Scorza d’arancio. Vino impegnativo, quasi da masticare, ma comunque caleidoscopico.
Punti 87

 

BACCA NERA 2019

Vino Rosso Toscana IGT
Marco Verona

Bouquet accattivante. In bocca di medio corpo e media persistenza. Il tannino è piacevole e ben integrato. E mi accorgo all’improvviso che questo 2019 ha una beva piacevolissima. Un bicchiere tira l’altro. Ecco, premio questo vino per una bevibilità che rischia di diventare allegramente compulsiva. Questa bottiglia sul mio tavolo durerebbe davvero poco.
Punti 87

 

BACCA NERA 2018

Vino Rosso Toscana IGT
Marco Verona

Maggior struttura e complessità nella versione 2018. Il vino è divertente e fa parlare i degustatori. Anche per una ‘puzzetta’, ma il termine non tragga in inganno perché si tratta di sentore e non di fastidio, che mi dicono sia caratteristica della massaretta.
Punti 88

 

RARMENTE 2017

Vino Rosso Toscana IGT
Marco Verona

Il produttore ha terminato il Bacca Nera 2017 così ci serve una ‘piccola riserva’: il Raramente. Che mi entusiasma al naso per splendidi frutti maturi a bacca nera (mora). Meno armonico in bocca, anche per una vena alcolica spiccata che rende il sorso meno docile. Comunque bicchiere interessante. Quasi da centellinare, non da berne a fiumi.
Punti 85

APPUNTI DI VIAGGIO

Non banali, potenti. Sorsi in sintonia con la mineralità di questi impervi terreni limo-sabbiosi che poggiano su arenaria. Vini non manipolati, senza veli o alchimie. L’uva, in quanto rispettata, conferisce ad ogni annata un vino differente. Il Sedì e il Bacca Nera si acquistano in enoteca sui 20 euro. Dunque, vale probabilmente la pena assaggiarli almeno una volta per sorprendersi, come è stato per noi, di questa affascinante seppur ruvida complessità, conoscendo vini realizzati con eroica passione in un territorio vinicolo forse poco valorizzato come quello delle colline apuane massesi.

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