11 Lug ALLA PINETA DAGLI ZAZZERI: UNA CENA D’ESTATE SOSPESI SUL MARE
Ve lo dico subito con uno slancio di pura sincerità: questa volta non sono andato fino a Marina di Bibbona per voi, carissimi lettori, ma solo per lasciarmi andare in tutto relax su questa ‘baracca galleggiante sul mare’ dal fascino unico.
Non sarò quindi foriero di belle foto, commenti approfonditi sulle pietanze o attente dissertazioni gastro-emozionali come faccio solitamente nei miei articoli: ho preferito vivere l’esperienza Pineta così, abbandonandomi in riva al mare per farmi coccolare, senza scopi cronistici o giornalistici.
Poi, però, tornando a casa, mi sono detto che non potevo lasciarvi a bocca asciutta, senza raccontarvi la mia esperienza, le mie emozioni. Eccole a voi, in poche e stringate ma illuminanti parole.
Era già qualche anno che non venivo dagli Zazzeri, ed ero davvero curioso di scoprire il nuovo corso, quello dei due fratelli Andrea e Daniele al timone di una barca che ha sempre navigato in acque molto felici.
E felice lo sono stato anch’io nel ritrovare le solite magiche atmosfere marine, i sorrisi della sala con i due simpatici e solerti gemelli capitanati da Daniele, e i piatti di Andrea, tutti di una sostanza incredibile.
Mi sono allora detto: “per fortuna tutto resta come sempre è stato”.
D’altronde questo è un po’ il mantra di un locale che fa della sua tradizione un vanto, un motivo di orgoglio.
Ci sediamo al tramonto, la gente qua non è vestita necessariamente di tutto punto perché la Pineta è sempre stato uno spazio di frontiera, un luogo ameno che si raggiunge attraverso il passaggio in una rigogliosa macchia di pini, con un breve tratto finale di sterrata.
Le parole d’ordine diventano così ‘informalità e convivialità’, che riscontri nel servizio come nella svagata clientela.
E poco importa se qua vengono star del pop, altolocati produttori di vino, politici e industriali del jet set: alla Pineta siamo tutti uguali, rilassati e sereni.
E questa serenità viene anche dal servizio, attento ma amichevole, talvolta confidenziale, ma anche dalla cucina, dove le portate, sempre perfette, hanno il sapore del ricordo, dell’infanzia, all’insegna del più rassicurante comfort food e della migliore materia ittica.
Del nostro “Menù Storico” ricorderò a lungo la perfezione dei due primi piatti (in special modo le bavette calamari seppioline aglio e salvia), la cottura monumentale del san pietro. Ma anche i giocosi antipasti (il panino con la trippa di mare su tutti) ed il piacevole e storico dessert.
Al termine della goduriosa cena, io e i miei commensali siamo usciti sul balcone che domina la graziosa lingua di spiaggia per ammirare la luna proiettata nell’acqua. Una foto sotto le stelle, dopo quella iniziale del mare rosso al tramonto.
La cantina è divertente, molto profonda, non scontata. Noi abbiamo ricercato volutamente produttori non celebrati ma che sanno fare vino, come il visionario sloveno Movia, il piemontese ‘re del timorasso’ Walter Massa e un’ottima espressione di una Borgogna solo apparentemente ‘minore’ come quella del maconnaise.
Eravamo rasserenati, incantati, rilassati, sorridenti.
E non ci siamo fatti mancare un giro di cocktail, nel bar accanto, sempre degli Zazzeri, per cantare alla luna tutta la nostra felicità in una notte salmastra di mezza estate.
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